IL MEZZOGIORNO DI GORIZIA

Un viaggio nel tempo

Ci sarebbe molto da dire sul mezzogiorno. È tempo, è storia, è geografia. Nei secoli le campane segnavano i momenti della giornata, per il lavoro nei campi o per annunciare eventi allegri o funesti. Creavano (e creano ancora a chi le ascolta) un senso di comunità e di appartenenza. Il mezzogiorno è un viaggio nel tempo.

Il suono del mezzogiorno

Senza addentrarci nelle caratteristiche e nella ricchezza del suono delle campane ci piace segnalare questo piccolo gioiello che è il suono del mezzogiorno ascoltato dal colle del castello di Gorizia.
Dall’alto si possono sentire tutt’attorno le campane della città e dei borghi sloveni che per pochi istanti suonano assieme.
Il campanile di S. Ignazio e quello del duomo naturalmente predominano, ma ascoltando più in profondità ecco apparire S. Rocco, Sant’Antonio Piccolo, e le due graziose campane di S. Antonio Nuovo, eppoi il campanile di San Pietro in Slovenia, San Giuseppe, Piedimonte o San Giusto Martire oltre l’Isonzo, il campanile del monastero di Castagnevizza, la chiesa dei Santi Vito e Modesto…
Chissà con la giusta umidità e direzione del vento fino a che campanile si riesce ad ascoltare.

La visuale e il suono sono panoramici, praticamente a 360 gradi anche se nessuna campana è posta a nordest. Luoghi ideali per l’ascolto sono naturalmente la postazione di vedetta sulla torretta che guarda a sud-ovest, l’unica accessibile al pubblico che però è piuttosto frequentata. Migliore la prospettiva acustica che si ha sul prato sottostante, oppure dall’Osservatorio del Re, solitamente più tranquillo e appartato, che guarda verso il bosco.

Chiese e fabbriche

Se ci si trova sul luogo il primo sabato di ogni mese bisogna sapere che a mezzogiorno è usanza in Slovenia provare i sistemi di allerta per mantenerli efficienti in caso di bisogno. Ecco allora unirsi al suono delle campane quello delle sirene delle fabbriche e quella dei vigili del fuoco di Nova Gorica che da lontano riecheggiano nell’aria e tra i colli. Sembrano un unico suono, ma se si ascolta attentamente le code e l’inizio sono sfasati, come una eco multipla, segno che le sirene d’allerta hanno un suono univoco e uguale. Il loro suono è forte ed inquietante, ma decade presto e lascia il passo di nuovo alla voce dei campanili che uno alla volta decadono con la loro lunga coda di riverbero riportandoci nel vocio in varie lingue dei turisti che frequentano il luogo. 

Audio

Audio binaurale, si consiglia l’ascolto in cuffia.
Nessuna registrazione potrà mai rappresentare l’ascolto reale.

Il mezzogiorno dal castello di Gorizia
Il mezzogiorno del primo sabato del mese

Come arrivare

Il castello di Gorizia ha un piccolo parcheggio gratuito oltre la Porta Leopoldina. Se non sono giornate ti densità turistica si rischia anche di trovare posto facilmente

Dove
Castello di Gorizia

Quando
Tutti i giorni a mezzogiorno. Il primo sabato di ogni mese, sempre a mezzodì si può sentire oltre alle campane anche il suono delle sirene dalla Slovenia.

Il racconto di …

Ho avuto la fortuna di avere come cicerone per questa topofonia un maestro nel campo delle campane: Claudio Montanari. Ascoltare le sue parole sul significato, su quello che racchiude in sé il suono di questi sofisticati strumenti musicali è poesia, ispirazione e lezione ad un tempo.

Gorizia, 7 aprile 2024 di mattino ore 11,30

Sul Castello di Gorizia i turisti vanno e camminano in compagnia, accompagnati dalle guide turistiche.
Le guide spiegano delle magnificenze del Castello e dello splendore che la città ha avuto.
Guardo Gorizia dal torrione rivolto a Sud. E ad uno ad uno spiccano i campanili, pure altrettanto importanti per la città di Gorizia ma privi di segni di nota.
I campanili e le campane sono lì, a ricordare che è esistito un tempo in cui il lavoro e la vita della città erano regolati dal ritmo determinato dal suono delle campane. Tra i suoni che sempre hanno governato la città sia nelle giornate di lavoro che nelle festività era il mezzogiorno.
Ancora abbiamo l’opportunità di ascoltare questo suono a testimonianza di una storia umana della città di Gorizia.
Ascoltare il mezzogiorno vuol dire immergersi nella vita della città.
Perché nella vita lo spettacolo è sempre, il mezzogiorno rappresenta un documento nella storia dell’ascoltare.


La Sirena di Gorizia

Così, domenica abbiamo registrato il “Mezzogiorno” a Gorizia.Ma se al registrazione alle ore dodici la realizziamo in giorno feriale, ecco che interviene un altro suono: la Sirena.
Questo suono proviene da Gorizia Nuova. La città nuova è stata pensata progettata e realizzata nel primo dopoguerra in seguito al subentrato confine imposto dalle ragioni di stato.
La città era pensata in funzione di un nuovo modo di vivere: un’isola di fabbriche e luoghi per dormire per poter vivere nei giorni del lavoro. La Sirena poneva termine al lavoro. Il lavoro terminava e subentrava il tempo libero. Questa scansione del tempo era tipica e funzionale alla nuova metodologia del lavoro: operai, impiegati e dirigenti, sono gli artefici della realtà produttiva del consumo.
Per contro la vecchia Gorizia era depositaria di una realtà lavorativa che proveniva dal Rinascimento, caratterizzata delle arti e dei mestieri: falegnami, fabbri, tessitori, scalpellini, ecc.
Artigiani che avevano la bottega sotto e l’abitazione sopra: la bottega consentiva di lavorare con altro utilizzo del tempo, dal momento che la clientela andava accontentata.
La scansione del tempo determinata dal suono delle campane consentiva di imporre al vivere quotidiano, un ritmo che si ritrovava in sincronia con l’andamento del Sole.
Per contro la Sirena si trovava artefice di una precisa e lineare misurazione del tempo: si trattava del mondo nuovo, della subentrata modernità.
Così, quel rinascimento giunto fino ai giorni nostri, con le campane cardine di un modo di identificare il suono “quotidiano e festivo”, rappresenta un momento dell’ascoltare di grande importanza. La sirena e il tempo moderno hanno determinato un altro approccio al vivere preciso e misurato ma che oramai sono degradati a tempo passato. Entrambi questi suoni: le campane, la sirena costituiscono un documento “monumento” sonoro di cui tutti possono usufruirne l’ascolto.

Testo di Claudio Montanari

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